Studio Rigato
21/10/2025

Superbonus e recuperi fiscali: le sanzioni al 100% sono davvero legittime?

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21/10/2025

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Superbonus e recuperi fiscali: le sanzioni al 100% sono davvero legittime?

Negli ultimi mesi, l’Agenzia delle Entrate ha avviato i primi recuperi fiscali sui crediti Superbonus legati a cessione o sconto in fattura. In molti casi, ai contribuenti sono state applicate sanzioni fino al 100% dell’importo recuperato, come se avessero utilizzato crediti inesistenti in compensazione. Questa impostazione ha sollevato numerosi dubbi tra professionisti e imprese: è davvero corretto equiparare chi ha solo ceduto un credito a chi ne ha fatto un uso illecito?

Il contesto dei recuperi Superbonus

Il meccanismo previsto dall’articolo 121 del D.L. 34/2020 consente ai beneficiari del Superbonus di scegliere tra detrazione diretta, cessione del credito d’imposta o sconto in fattura applicato dall’impresa. L’Agenzia, durante i controlli, può tuttavia contestare la non spettanza del credito in presenza di irregolarità tecniche o vizi nei lavori. In questi casi, procede al recupero dell’imposta e, contemporaneamente, applica sanzioni anche ai contribuenti che hanno agito in buona fede.

Il quadro normativo di riferimento

La disciplina dei recuperi e delle relative sanzioni Superbonus si fonda su tre principali riferimenti normativi: l’Art. 121 D.L. 34/2020, che regola la cessione del credito e lo sconto in fattura; la Legge di bilancio 2022 (L. 234/2021), che prevede l’utilizzo dell’atto di recupero crediti (art. 38-bis D.P.R. 600/1973); e l’ Art. 13 D.Lgs. 471/1997, che distingue tra:

  • sanzione del 30% per omesso versamento;

  • sanzione dal 100% al 200% per crediti inesistenti compensati.

La differenza è sostanziale: un credito non spettante esiste ma non è dovuto, mentre un credito inesistente non ha alcuna base reale o giuridica.

Il nodo interpretativo

Secondo la prassi attuale, l’Agenzia delle Entrate tende ad applicare la sanzione più pesante, quella tra 100% e 200%, prevista per chi utilizza crediti inesistenti. Tuttavia, questa interpretazione non considera un punto chiave: il contribuente che ha ceduto il credito non ha mai utilizzato quel credito per compensare imposte o debiti fiscali. La compensazione, infatti, viene effettuata dal cessionario (chi acquista il credito) o dal fornitore che applica lo sconto in fattura.

In altre parole, non è corretto attribuire al contribuente un comportamento che non ha mai posto in essere. Chi ha ceduto il credito ha esercitato una facoltà prevista dalla legge, e non l’azione che la norma intende sanzionare.

Legalità e proporzionalità: principi da rispettare

L’applicazione delle sanzioni Superbonus deve rispettare i principi di legalità e proporzionalità, stabiliti dalla Costituzione e dal D.Lgs. 472/1997. In altre parole, le sanzioni devono colpire solo chi ha commesso l’irregolarità, e in misura proporzionata alla gravità del comportamento. Punire un contribuente che ha semplicemente ceduto il proprio credito in buona fede, trattandolo come se avesse creato un credito falso, significa violare questi principi e rischia di penalizzare chi non ha mai avuto intenzioni fraudolente.

L’interpretazione alternativa proposta

Una lettura più coerente della normativa suggerisce che la sanzione corretta sia quella del 30%, prevista per i casi di omesso versamento. In questo scenario, il contribuente non ha commesso frodi: ha solo ridotto il versamento dell’imposta tramite un credito poi risultato non spettante, ma non inesistente. Questa interpretazione garantisce maggiore equità e proporzionalità, distinguendo chi agisce in buona fede da chi tenta di ottenere vantaggi illeciti.

Implicazioni pratiche e strumenti di difesa

L’applicazione di sanzioni Superbonus al 100% può avere conseguenze rilevanti anche per chi ha operato correttamente. In questi casi è possibile presentare istanza di autotutela, chiedendo la riduzione della sanzione, proporre ricorso e chiedere la riclassificazione della violazione e richiamare i principi di proporzionalità e colpevolezza come base difensiva.

Fondamentale, in ogni caso, è mantenere una tracciabilità completa delle operazioni e la correttezza delle asseverazioni tecniche e fiscali, elementi che costituiscono la prima e più efficace forma di tutela preventiva.

Studio Rigato: consulenza e tutela nei recuperi Superbonus

L’attuale posizione dell’Amministrazione finanziaria appare, in molti casi, eccessivamente penalizzante per i contribuenti in buona fede, che hanno operato nel rispetto delle regole. È auspicabile un approccio più equilibrato, capace di distinguere tra frodi reali e irregolarità formali, assicurando così maggiore coerenza e proporzionalità nelle sanzioni.

In questo contesto, il ruolo del consulente fiscale è determinante. Studio Rigato assiste imprese, professionisti e privati nella valutazione delle sanzioni Superbonus, offrendo un supporto completo in fase di analisi, difesa e autotutela. Per maggiori informazioni o per una consulenza personalizzata, contattaci: ti aiuteremo a individuare la strategia più efficace e sostenibile per tutelare i tuoi interessi.

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